Sono stati riaperti – a partire dal 1° gennaio 2020, come da Legge di Bilancio – i termini delle domande per l’accesso all’anticipo pensionistico sociale, posticipando così il periodo di sperimentazione dell’APE social che era inizialmente previsto si chiudesse al 31 dicembre 2019 fino.
Possono presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio dell’APE i soggetti che, nel corso dell’anno 2020, maturano tutti i requisiti e le condizioni previste dalla Legge di Bilancio 2017, oltre a coloro che hanno perfezionato i requisiti negli anni precedenti, stante il permanere degli stessi, e che non hanno provveduto ad avanzare la relativa domanda.
L’anticipo pensionistico sociale può essere richiesto a condizione di aver raggiunto 63 anni di età e si rivolge:
- agli iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria (Ago) dei lavoratori dipendenti;
- ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi;
- le gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
- la gestione separata dell’INPS.
Inoltre, il richiedente deve:
- aver maturato entro il 31 dicembre 2019 almeno 30 anni (o 36 anni di contributi per i lavori gravosi), a seconda della categoria di appartenenza, con un massimo di 2 anni di sconto per le donne;
- aver cessato l’attività lavorativa;
- essere residenti in Italia;
- essere privo di una pensione diretta in Italia o all’estero;
- maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS (718,20 euro circa).
Lo strumento è riservato esclusivamente ai lavoratori che versano in condizione di difficoltà, ed in particolare a quattro profili di tutela:
- disoccupati;
- invalidi (superiore o uguale al 74%);
- caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi; sono inclusi il coniuge o un parente di primo grado, parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
- addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).