Fondo non autosufficienza

Nei giorni scorsi il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio ha convocato, per la prima volta in questa legislatura, il Tavolo per la Non autosufficienza che era stato avviato nell’ottobre 2015 ed istituito formalmente con D.M. nel maggio 2017.
Il Tavolo, cui partecipiamo come Confederazioni sindacali e Federazioni dei pensionati, insieme alle maggiori associazioni dei disabili, fino ad oggi ha permesso di ottenere:

  • risorse aggiuntive sul Fondo per le Non autosufficienze, giunto ad una dotazione di circa 570 milioni di euro per il 2019;
  • individuare criteri omogenei per definire la disabilità gravissima ed avviarne una puntuale rilevazione regionale, su cui in futuro basare la ripartizione delle risorse;
  • definire una commissione di studio che ha ultimato i suoi lavori in sede tecnica, per identificare criteri omogenei per la disabilità grave;
  • vincolare la ripartizione a programmi regionali che prevedono impegni precisi: punti unici di accesso socio sanitari, presa in carico e piani personalizzati integrati, unità di valutazioni multidimensionali, ambiti territoriali omogenei per la programmazione sociale e sanitaria, ecc.;
  • monitorare le politiche regionali legate all’utilizzo del Fondo nazionale.

L’obiettivo che era stato condiviso all’insediamento del Tavolo prevedeva la predisposizione del Piano nazionale per le Non autosufficienze (sancito poi dal Decreto Legislativo 147/2017) come strumento di programmazione del Fondo nazionale, che avrebbe condotto alla definizione di primi livelli essenziali delle prestazioni sociali.

Le difficoltà amministrative, la complessità dei rapporti interistituzionali, l’insufficienza ed incertezza del Fondo e l’alternarsi dei Governi hanno reso il percorso accidentato ritardando il completamento del programma iniziale, tanto che è ancora da varare il primo Piano nazionale.
E’ pertanto evidente che l’iniziativa in questione, pur importante, sconta la parzialità dell’oggetto (il Fondo nazionale vale poco meno del 2% del complesso della spesa ed i beneficiari, pur essendo quelli in condizioni di maggiore fragilità, ammontano a circa il 5% delle persone non autosufficienti) ed il limite di operare a legislazione vigente.

Per questo motivo unitariamente ed in collaborazione alla nostre Federazioni dei pensionati, pur riconoscendo che la riapertura del Tavolo rappresenta un primo passo positivo - i cui incontri vanno resi più frequenti ed il lavoro più intenso - abbiamo ribadito l’urgenza che il confronto non sia limitato al solo Fondo nazionale ed al Piano ad esso connesso, ma riguardi l’intera politica per la Non Autosufficienza.
Abbiamo ribadito inoltre che è necessario aprire una discussione di natura politica e non tecnica sulla Legge quadro nazionale di riforma complessiva della Long term care, garantendo con un adeguato finanziamento pubblico un sistema omogeneo e qualificato di interventi e servizi socio sanitari.

In assenza di risposte da parte dell’Esecutivo sarà programmata la mobilitazione a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare.

L’incontro si è concluso con l’impegno da parte del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali On. Claudio Cominardi, intervenuto in sostituzione del Ministro, a proseguire i lavori del Tavolo su ripartizione del Fondo e definizione del Piano triennale, ma anche con una apertura da parte del Sottosegretario per la famiglia e le disabilità Vincenzo Zoccano ad affrontare l’insieme della politica per la Non autosufficienza, ragionando anche sulla definizione di una legge quadro nazionale.