Presidio pensioni

Nulla di nuovo sotto al sole: bloccare le perequazioni delle pensioni per riequilibrare la finanza pubblica è stata prassi comune di tanti Governi del passato, di ogni orientamento politico.

La FNP Cisl Lombardia ha quindi voluto fare un breve riassunto della questione: nel 1997 vennero bloccate per un anno tutte le pensioni superiori a 5 volte il minimo, con riduzione dal 75 al 30% per altri due anni e blocco totale per tre anni delle pensioni superiori ad 8 volte il minimo. Nel 2008 nuovo blocco per un anno delle pensioni superiori 8 volte il minimo. Nel 2011 doppio intervento: prima si blocca per i due anni successivi la perequazione delle pensioni superiori a 5 volte il minimo, poi, col Governo Monti, si bloccano le perequazioni delle pensioni superiori a 3 volte la minima. Nel 2013 il Governo Letta modifica il sistema, istituendo per il triennio successivo la perequazione per fasce verticali. Nel 2015, quindi, interviene la Corte Costituzionale dichiarando l'incostituzionalità dell'articolo 24 comma 25 del Decreto Legge 2014/2011, sancendo così che l'assenza di rivalutazione impedisce la conservazione nel tempo del valore della pensione, menomandone l'adeguatezza e che il blocco delle perequazioni lede il principio della proporzionalità tra la pensione ed il trattamento retributivo percepito durante l'attività lavorativa, definendo quindi come il trattamento pensionistico sia a tutti gli effetti un salario differito e non una rendita. A dicembre dello scorso anno il Governo Conte modifica nuovamente il sistema, istituendo per il triennio 2019-2021 una perequazione raffreddata su sei fasce.

Per questo motivo la Federazione Nazionale Pensionati della CISL si è mossa unitariamente con SPI Cgil e UILP Uil per far sentire la propria voce tramite l'organizzazione di una serie di presidi.

I sindacati dei pensionati – ha spiegato Emilio Didonè, Segretario Generale FNP Cisl Lombardia – con queste iniziative unitarie ribadiscono ancora una volta la propria ferma determinazione a difendere, con tutti i mezzi a propria disposizione, il reddito dei pensionati. Mobilitandoci vogliamo provare ad interloquire col Governo, cercando di aprire un tavolo unitario per affrontare in modo complessivo i temi riguardanti i redditi da pensione, la non autosufficienza ed il contrasto alla povertà. Ciò detto se il Governo dovesse risultare sordo rispetto alle nostre richieste di confronto, il contatto capillare con i nostri iscritti – avverte Didonè – diventerà un fattore essenziale per una grande mobilitazione nazionale dei pensionati”.

Il blocco delle perequazioni non è comunque l'unica preoccupazione della FNP, che per bocca del Segretario Generale del territorio dei Laghi, Giovanni Pedrinelli, ricorda di come “per noi è importante affrontare la manovra finanziaria nel suo complesso: vogliamo parlare di lavoro, di infrastrutture e di sviluppo. Se non si riparte da qui nemmeno il reddito delle pensioni potrà essere tutelato”.


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