frontalieri riccione 2016

 

Nelle giornate del 15 e 16 novembre, i dirigenti delle strutture Cisl operanti sulle frontiere Italiane ed i loro colleghi delle nazioni confinanti, si son ritrovati a Riccione per discutere il futuro e le prospettive del lavoro transfrontaliero.

L'iniziativa è stata organizzata da Nino Sorgi, coordinatore internazionale e finanziario della CISL, per dare nuovo impulso alla sindacalizzazione del lavoro transfrontaliero e per sviluppare nuove strategie all'interno dei Comitati Sindacali interregionali nelle zone di frontiera.

Nel suo intervento Mirko Dolzadelli, presidente del Coordinamento Nazionale transfrontalieri della CISL, ha sottolineato l'importanza di rientrare in gioco per riapproppiarsi del ruolo sempre avuto come Cisl all'interno dei comitati transfrontalieri.
Il lavoro svolto dalla CISL in questi ultimi due anni ha aiutato a ricomporre il mosaico Sindacale su tutte le fasce di frontiera del nostro paese ed annullare l'intromissione di strane associazioni nate per interessi personali e comunque abituate ad illudere le persone senza ottenere risultati tangibili.

Le varie iniziative contro la mano d'opera italiana, avvenute soprattutto nel Canton Ticino, hanno evidenziato che serve un sindacato unito per rimettere sulla giusta careggiata la difesa dei diritti di questi lavoratori, troppo spesso lasciati soli a combattere un nemico senza regole ne tutele.

Le ricette suggerite dal Coordinatore Nazionale risentono di un ritorno al passato non molto lontano, quando sul territorio Lombardo Piemontese e Ticinese, il CSI/R con tutte le rappresentanze Sindacali riusciva sempre ad incidere per conquistare nuovi traguardi e nuove certezze.

La proposta di Dolzadelli formulata dopo un ampia discussione che ha registrato gli interventi delle rappresentanze presenti, si è formalizzata con la richiesta del ritorno in ogni territorio del CSI/R, unico organismo Sindacale capace di dialogare sul posto con i lavoratori, con le Istituzioni, con il padronato, ed anche di superare le frontiere locali per far sentire la propria voce a Bruxelles, nel Comitato di Pilotaggio, organo creato appositamente all'interno della CES per raccogliere e dar forma alle istanze delle Regioni Europee.

Al seminario sono intervenuti anche Gianluca Lodetti del comitato di presidenza del C.G.I.E. (Consiglio Generale Italiani nel mondo), il prof. Andrea Ciampani Università LUMSA di Roma e associazione ASEGE, e Maurizio Petruccioli membro della segreteria nazionale CISL responsabile di Fisco, Previdenza e democrazia economica.

Dal seminario e dalle proposta evidenziate nei tanti interventi dei delegati che hanno poresentato le istanze dei lavoratori Italiani in Svizzera, Francia, Principato di Monaco, Austria, Slovenia, Croazia, San Marino e Stato del Vaticano, è uscita la necessità di un rilancio della Cisl sul lavoro transfrontaliero; è stata giudicata urgente la ricerca di una sinergia con gli altri partners sindacali, con le Istituzioni nazionali e internazionali. Nel documento finale approvato da tutti si prevede l'istituzione permanente all'interno della CISL di un coordinatore Nazionale per il lavoro transfrontaliero, un'ufficio con un operatore fisso a Bruxelles ed infine l'approvazione dello Statuto del Frontaliere , strumento indispensabile per dare a questi lavoratori un quadro giuridico definito che ne riconosca la specificità e le esigenze di tutela sociale, Welfare e trattamento fiscale anche in virtù dei maggiori disagi che questa condizione lavorativa spesso comporta.

Dovranno anche essere calendarizzati all'interno della CISL corsi di specializzazione, formazione Nazionale, progetti europei attraverso Interreg e rete Eures, riannodo dei rapporti con la CES e ricerca storica sul lavoro transfrontaliero anni 90.

E' stato confermato che a seguito dell'accordo Italia /Svizzera depositato al parlamento italiano per essere approvato entro il 2017, è istituito presso lo stesso organismo un tavolo permanente Sindacato /Istituzioni, che dovrà definire prima dell'approvazione alcune importanti misure migliorative rispetto alle normative fiscali e previdenziali contenute nella prima stesura.