Nel 2019 sono già 94 le donne uccise in Italia per mano di un familiare. Lo scorso anno le vittime di femminicidio sono state 142 (+0,7%), di cui 119 in famiglia (+6,3%). Secondo il rapporto Eures sono in aumento anche le denunce per violenza sessuale (+5,4%), stalking (+4,4%) e maltrattamenti in famiglia (+11,7%). Per la Polizia di Stato ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni quindici minuti. L’80% sono italiane e, per il 74%, lo sono anche i loro carnefici. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali.
Estendendo l'osservazione dal 2000 ad oggi il numero di femminicidi nel nostro paese è di 3.230 (170 l'anno, in media), di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio partner o ex partner. In aumento, nel 2018, anche il numero delle donne anziane vittime di femminicidio (le vittime over 64 sono il 33,8% del totale, di cui 41 in ambito familiare), confermando la fragilità di questa componente della popolazione sempre più numerosa, spesso isolata e maggiormente esposta ai fattori sociali e materiali di rischio (disagio, malattia, disabilità). Proprio in relazione a ciò il Coordinamento Donne Nazionale FNP ha ritenuto opportuno focalizzare l'attenzione su questa sottostimata situazione di tante donne anziane con un approfondimento dedicato alle varie tipologie di violenza esercitate su di esse.
Contro la violenza di genere si è mossa anche la CISL dei Laghi, che in collaborazione con il Coordinamento Donne della FNP territoriale ha inaugurato una panchina, posta nel giardino della sede di Varese, che simboleggia l'impegno che la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori mette nella lotta a questo deprecabile fenomeno. Un atto simbolico, che incarna la battaglia culturale che la CISL compie da anni.
«Minimizzare i danni subiti dalle donne, falsarne le cause e le motivazioni, negarne le conseguenze – spiega Gianna Badoni, coordinatrice donne della FNP dei Laghi –serve a sottrarre la violenza di genere alla condanna etica, giuridica e giudiziale che invece colpisce altre forme di violenza. Questo lascia le donne senza ragioni, senza parola, e senza gli strumenti per rimuovere l'abuso. Nella violenza di genere ci sono la volontà e le decisioni di chi lo compie, oltre che responsabilità sociali più generiche».
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